Ad ognuno di noi sarà già sicuramente capitato di ascoltare il termine “Transgender” e magari anche di utilizzarlo in maniera più o meno appropriata. Ma cosa significa esattamente Transgender?
Partiamo dal presupposto che ogni persona abbia un’ identità di genere. Con questa espressione si indica la percezione che ognuno ha di sé stesso, del suo modo di sentirsi e definirsi “maschio” o “femmina” (o nessuno dei due), indipendentemente dal sesso che gli è stato assegnato alla nascita.
Ogni persona ha anche un’espressione di genere e cioè il modo tutto suo in cui mostra agli altri la propria Identità di genere. L’espressione di genere è per esempio il modo che ha di pettinarsi, di vestirsi, o il modo in cui utilizza il linguaggio del corpo.
Detto ciò, si definiscono transgender quelle persone che hanno un’identità di genere e un’espressione di genere diversa dal loro sesso assegnato.
Per esempio ci sono persone il cui sesso biologico è femminile, ma che si identificano come maschi. Ci sono persone il cui sesso biologico è maschile, che si identificano come femmine. Quando si profila questo tipo di situazione si parla di disforia di genere, cioè il malessere percepito da chi non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita.
La persona che vive questa situazione, può scegliere di iniziare un percorso definito di transizione, che può essere sia di natura medica che sociale.
Quella sociale include il coming out in famiglia e con gli amici, il cambiamento del nome, quello dell’espressione di genere, eccetera. Quella medica può includere l’assunzione di ormoni e anche interventi chirurgici.
Alcune persone scelgono solo la transizione sociale, altre anche quella medica
Si fa differenza tra una transizione da maschio-a-femmina, detta transizione MtF, e da femmina-a-maschio detta transizione FtM.
MtF sta appunto per Male to Female, cioè da maschio a femmina. Ftm significa il contrario, Female to Male: da femmina a maschio. Semplice, no?
Generalmente accade che una persona che nasce di sesso maschile o femminile si identifica come tale per tutto il suo percorso di vita, si veste e si comporta in una maniera che rispecchia ciò che la nostra cultura definisce appropriato alle persone di quel sesso biologico. In questo caso si parla di una persona cisgender.
Cisgender significa quindi che il sesso di nascita dell’individuo corrisponde all’identità di genere. Ci sono poi anche persone con un determinato sesso biologico che non si sentono né l’uno né l’altro, che si identificano come agender, genderfluid o non binary!
Dato che abbiamo cercato di fare il punto sulle diverse terminologie riguardanti l’argomento, è sicuramente il caso di aggiungere alla lista la parola transessuale. Questo termine è spesso utilizzato come sinonimo di transgender ma in realtà, più precisamente, indica la persona che ha scelto di intervenire anche chirurgicamente sul suo corpo durante il suo percorso di transizione e che ha quindi ottenuto una riassegnazione chirurgica del sesso. Quindi una persona che ha adeguato completamente il suo corpo alla sua psiche, e alla sua identità di genere, con lo scopo di raggiungere maggiore armonia ed equilibrio. Pertanto se non si è sicuri che una persona sia effettivamente già intervenuta chirurgicamente per cambiare sesso è più giusto definirla transgender, e non transessuale.
Il modo in cui una persona sceglie di transizionare è soggettivo e personale. Ognuno decide come affrontare la transizione e quali cambiamenti effettuare su sé stesso e sul suo corpo, e non è quindi detto che alla fine ogni transgender effettuerà il cambio sesso.
E in Italia, come si cambia sesso?
In Italia il cambio di sesso è regolato dalla legge 14 aprile 1982 n. 164. Una persona che intende cambiare sesso può innanzitutto chiedere un incontro a una delle Associazioni che tutelano la salute e il benessere delle persone transessuali e transgender. In un secondo momento, con il supporto di un’équipe psicologica ed endocrinologica, può essere avviato un percorso per giungere alla riconversione del sesso. Al termine di questo percorso si potrà presentare domanda al Tribunale competente per ottenere l’autorizzazione alla RCS e al cambiamento del nome.

Per quanto riguarda il cambio anagrafico la giurisdizione italiana, attraverso una sentenza del 2015 della Corte di Cassazione, ha stabilito che l’intervento di Riattribuzione Chirurgica del Sesso non è obbligatorio ai fini del cambio di nome e di sesso sui documenti anagrafici.
Sessualità e identità di genere
sono due cose diverse
Un’altra cosa importante da ricordare è che essere gay non porta ad essere transgender, questo perché la sessualità e l’identità di genere sono due cose ben distinte e separate.
A questo punto vorrei solo aggiungere che ognuna di queste possibili situazioni va bene, che non esiste giusto o sbagliato, normale o anormale; esiste la varietà, e nessun essere umano, qualunque siano le sue caratteristiche, dovrebbe mai sentirsi migliore dell’altro. Bisognerebbe solo che ognuno fosse libero di ascoltare se stesso, libero di vivere una vita che gli piace e che gli somiglia.